Aterrei no aeroporto de Malpensa no final da noite de Sexta Feira dia 30 de Outubro, depois de uma viagem excelente de 2h20m, proveniente de Lisboa.
No dia seguinte depois de uma boa dormida no Hotel, perto de Malpensa, aluguei um automóvel, e lá fui eu em direcção à Feira Militalia, em Linate, mais precisamente em Novegro.
São cerca de 50 km, em boa auto estrada, com tudo muito bem sinalizado.
Quando cheguei à Feira, deparei-me com um mar de gente, coisa que aqui em Portugal, seria impossível, caso houvesse alguma feira deste tipo. O que vale é que já tinha os meus convites à espera oferecidos pelos meu amigos Alessandro e Jon Targetti, da Rbnr Militaria.
Não posso de deixar de agradecer a uma Senhora de 90 anos- Velia Mirri, presente no stand das "Ausiliarias" da Republica de Salò, que me concedeu uma dedicatória no livro "Ausiliarie nella RSI-1944-1945", e ainda os mais de 30 minutos de conversa amena, sobre as suas peripécias durante a guerra.
Sublinho a liberdade e o espírito dos coleccionadores ( de todos os tipos) e dos próprios expositores, que não tinham nada a esconder.
Em Portugal, caso houvesse uma feira deste tipo, teríamos certas forças políticas ( os tais que se dizem muitos tolerantes) a insurgirem-se com a vista de alguns uniformes, insígnias ou bandeiras. Mas a História não se cancela.E ainda bem. Seja para o bem e para o mal.
O tema desta Feira, foi o período em Itália entre 1943-1945
ALESSANDRO TARGETTI -RBnr Militaria
RBNR MILITARIA
TUNICA WH MLO 1936
CAPACETE LW MLO 43
ANORAK GEBIRGSJAGER (uma das minhas compras)
PARTIGIANI DA GARIBALDI (Comunistas)
DECIMA MAS (Fascistas)
SS Italiana
GNR -RSI
SALA DO TEMA 1943-1945
FIGURANTE
JON TARGETTI-RBNR MILITARIA
RBNR MILITARIA
AUSILIARIA RSI -VELIA MIRRI (90 anos)
UNIFORME DA AUSILIARIA VELIA MIRRI
"BASCO" DA AUSILIARIA VELIA MIRRI
VIDEO SERVIZIO AUSILIARIO FEMMINILE
RENACTMENT WAFFEN SS
WAFFEN SS ITALIA- (ao fundo veterano desta Divisão)
O "famoso" SHERMAN
COMPRAS NA FEIRA MILITALIA
Para quem não está habituado a ver tanto material, com tanta escolha, não é fácil tomar uma decisão, contudo acabei por comprar algumas peças, e dois livros.
MOCHILA DA LUFTWAFFE+ WINDBREAKER DAS TROPAS DE MONTANHA ALEMÃS+ 2 LIVROS
MOCHILA LUFTWAFFE (1942)
LIVROS
ANORAK TROPAS ALEMÃS DE MONTANHA 2GM
CIMITERO DI ALTARE-PROVINCIA DI SAVONA
Estando eu, em casa, perto de Savona (cidade que me viu nascer), não pude deixar de passar no cimitério Militar de Altare, onde estão sepultados vários soldados Italianos da RSI, (Divisione S.Marco) alguns alemães.
Este pequeno cimitério é conhecido por "Cimitero delle Croce Bianche"
Fica aqui em Italiano uma pequena História deste cimitério.
Arrivando ad Altare attraverso la strada principale, non si può non notarlo. Incuneato tra il cimitero civile ed i piloni dell'autostrada Torino-Savona che lo sovrasta, c'è quello che tutti in Val Bormida conoscono come il cimitero delle croci bianche.
Spesso, automobilisti di passaggio, incuriositi, si fermano davanti al cancello, dove una targa svela subito il mistero: "Ministero della Difesa - Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra". Si capisce così che si tratta di un cimitero militare, nel quale sono sepolti soldati della Divisione San Marco, partigiani e civili caduti durante le operazioni di guerra.Molti si inoltrano lungo i viali in salita, fiancheggiati dalle file ordinate di croci bianche, tutte uguali, alle quali fanno da sfondo tre pareti di loculi ed un altare. Nonostante i rumori dell'autostrada, nel cimitero si respira un'atmosfera di pace assoluta e di semplicità austera, che commuove per l'enormità della tragedia che il luogo evoca.
Qui, la memoria delle gesta compiute, delle giovani vite spezzate dalla crudeltà della guerra, la Seconda Guerra Mondiale, è quasi per tutti collettiva. Sulle tombe non sempre si leggono nomi e cognomi, ma per la maggior parte di loro solo una parola, sempre uguale, che si ripete: "Ignoto".
Per alcuni di loro, la morte ha addirittura riservato la beffa delle fosse comuni, due, che raccolgono poveri resti non identificati. Per pochi, i più fortunati, una tomba individuale, in qualche rarissimo caso con la foto: un luogo preciso dove una famiglia ha potuto, negli anni, raccogliersi a piangere il suo caduto.
Si racconta, in paese, che negli anni del dopoguerra, sulla tomba di un giovane tedesco capitava spesso di vedere pupazzetti ed altri oggetti, che la madre, venendolo a trovare, portava al figlio, partito adolescente per la guerra e mai più tornato a casa, in ricordo dell'infanzia.
Alcune lapidi attirano l'attenzione del visitatore: una raffigura il leone di San Marco con il motto della divisione "Iterum rudit leo" (Il leone ruggisce ancora); un'altra, posta sulla tomba del generale Farina, recita: "In memoria del tenace sostenitore della realizzazione di questo sacrario militare - Generale Amilcare Farina, comandante della divisione San Marco, deceduto a Brescia il 19.05.1974 ed ivi sepolto".
Ogni anno questo luogo della memoria, unico in Liguria, accoglie molti visitatori, non solo italiani, spesso organizzati in comitive, richiamati da celebrazioni commemorative alle quali partecipano istituzioni, associazioni, cittadini e scolaresche. In queste occasioni, il cimitero, solitamente luogo di pace e di silenzio, si anima e spesso, tra le croci bianche, i ragazzi, giovani che si affacciano alla vita con tante speranze, elevano canti e preghiere in omaggio a tutti i caduti raccolti nel cimitero, molti loro coetanei, che sono morti per costruire un futuro migliore.
Sul pennone centrale svetta il tricolore italiano: uniti sotto un'unica bandiera, i morti di tutte le parti in guerra e di ogni provenienza sono uguali davanti alla morte e meritano lo stesso rispetto.
Quando si può visitare
Il cimitero militare delle croci bianche è gestito dal Ministero della Difesa - Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra. Un custode di nomina ministeriale, ne cura la manutenzione e l'apertura, secondo l'orario settimanale stabilito:
Dal lunedì al giovedì: 7,30 - 13,30
Sabato e domenica: 9 - 15
Venerdì: chiuso
Si possono effettuare visite anche durante l'orario di chiusura rivolgendosi alla locale Stazione dei Carabinieri, che, con molta disponibilità, permette l'accesso al cimitero dei frequenti visitatori, spesso provenienti da lontano, attratti da questo luogo della memoria, unico in Liguria: vi si avvicinano con commozione e nel rispettoso raccoglimento dovuto al ricordo di momenti dolorosi, che devono essere un monito per il futuro.
Voluto dal Comando della San Marco per i caduti di guerra.
La storia delò cimitero delle croci bianche attraverso i documenti storici di Gianni Toscani.
Il 6 agosto 1945, in risposta ad una richiesta del Distretto Militare di Savona, il Comune di Altare descrive così il cimitero militare presente sul proprio territorio: " [...]addossato al muro di cinta ad oriente del Cimitero Civile, vi è un Cimitero di Guerra che sin dall'ottobre 1944 ha accolto tutte le salme dei Caduti senza distinzione di nazionalità e di grado [...] ospita N. 331 salme di cui 227 militari dell'ex esercito repubblicano, 72 militari dell'Esercito Tedesco, 25 Patrioti, 7 civili e 17 ignoti. Le salme contrassegnate da croci bianche che portano le complete generalità del Caduto sono inquadrate in quattro campi (San Francesco, Santa Caterina, Sant'Enrico e San Rocco) disposte in file numerate ed in fosse anch'esse designate per numero. Costituiscono un battaglione di croci bianche sul quale si ergono tre grandi Croci del Calvario sormontanti un Altare che porta la Madonnina del Monte Burot posta a protettrice del Cimitero ed uno svettante campanile adiacente al rozzo cancello in legno di entrata che porta il motto biblico "Risorgeranno". Provvede alla manutenzione di questo sacro recinto la Carità cristiana [...].
Il cimitero delle croci bianche è stato realizzato dal Comune, su richiesta del Comando della Divisione San Marco, che si insedia ad Altare nel 1944 agli ordini, prima, del generale Percivalle e poi del generale Amilcare Farina. Nell'edificio scolastico comunale viene allestito un ospedale militare per la cura dei feriti gravi provenienti dalle zone circostanti e si rende necessario adibire un'area idonea alla sepoltura di quanti non sopravvivono. Non ci sono spazi sufficienti nel cimitero locale per l'inumazione dei dei militari deceduti, ne viene individuato uno, all'esterno, all'epoca coltivato ad ortaglie. Il Comune di Altare chiede alla Prefettura di Savona un intervento finanziario per l'ampliamento del cimitero comunale, che "non ha alcuna area disponibile per seppellirvi le salme dei gloriosi Caduti di guerra" e si appella alla possibilità di utilizzare i "fondi destinati agli alloggi militari germanici, considerato che la tomba dei caduti di guerra può essere considerata come il loro ultimo alloggio o dimora.
Lo scambio epistolare fra la Prefettura di Savona ed il Commissario Prefettizio in carica ad Altare, è intenso ed incalzante ed evidenzia la necessità e l'urgenza di risolvere un problema che ha caratteristiche sanitarie, oltre che umane. Il 18 febbraio 1945, il Commissario comunica al Comando della Divisione San Marco ed alla Prefettura di aver "impegnatouna spesa di lire 74.330 per la copertura del ritano attraversante il cimitero di guerra e di lire 20.000 circa per il pagamento dell'area occupata dal cimitero in parola, comprese le spese per l'atto di trapasso di proprietà del terreno occupato".
Un avviso diramato in data 3 settembre 1944 dal Capo del Governo Ivanoe Bonomi invita a segnalare ai Reali Carabinieri "le tombe di Americani e Inglesi che non siano contrassegnate dalla croce regolamentare..."
Il Comune di Altare, dopo la Liberazione, consegna detto avviso al Dottor Domenico Sarno, medico ed ex capitano della San Marco, impegnato nell'identificazione e nella sepoltura dei militari riesumati nei territori circostanti e nell'espletamento delle pratiche amministrative necessarie alla collocazione delle salme nel cimitero. Sarno scrive al Comune di Altare ed al Comitato di Liberazione Nazionale , esprimendo la propria soddisfazione per aver provveduto a dare degna sepoltura provvisoria a due aviatori alleati caduti con il velivolo in fiamme nella località Le Tagliate ed aggiunge: "Assillato come sempre dal desiderio di ricomporre in apposito recinto gli eroi caduti [...] ottenni dalla generosità di codesto Comune il terreno ove iniziare la costruzione del cimitero che col motto "Risorgeranno" ha riunito i caduti stranieri senza differenza alcuna di nazionalità, all'ombra delle svettanti tre croci del Calvario e sotto la protezione della Madonnina del Monte Burot".
Nel corso degli anni, il cimitero ha subito numerose modifiche ad opera del Ministero della Difesa: una nuova recinzione ha sostituito quella originaria in legno; non ci sono più le tre croci lignee poste, inizialmente, ai lati dell'altare; su ogni tomba è stata posta una croce di marmo, in sostituzione di quelle in legno verniciate di bianco: da quasto è derivato il nome di cimitero delle croci bianche. Un ossario, costruito successivamente, ospita circa 800 cassette con i resti dei caduti provenienti dai vari fronti di guerra. Nel 1962 sono giunte 538 cassette-ossario, tumulate con una solenne cerimonia, ed altre 80 cassette sono state trasferite nel cimitero militare di Altare nel 1965 "avvolte nel tricolore e portate a braccia da militari [...] dove troveranno perpetua sepoltura", come si legge in "Quarant'anni di cronaca altarese 1954-1993" di Ernesto Saroldi: molte contengono i resti di soldati ignoti, così come caduti ignoti riposano nelle due fosse comuni, provenienti da diverse località italiane e dai cimiteri di guerra di Mentone, Briga, Tenda, Courmayeur. Su una sola tomba, quella di Henk Josef Odereiter (1925-1944), è ancora presente un'iscrizione in lingua tedesca; le altre salme di soldati tedeschi sono state rimpatriate negli anni Cinquanta.
Attualmente nel cimitero delle croci bianche riposano 1400 caduti, di cui 430 sono ignoti.
Nel 1992, durante una cerimonia di ex combattenti e reduci, è stata collocata una lapide con la seguente iscrizione:
"Raccolte in questo cimitero / all'ombra di un'unica bandiera / riposano le spoglie / di soldati ignoti / caduti sui più remoti fronti / di una guerra crudele / e di giovani e vecchi fucilati / inermi non lontano da qui / Tu ricordalo / perchè a te essi confidano / di vivere con amore / nella libertà della Patria"
Gianni Toscani, altarese, appassionato ricercatore, conserva nel suo archivio personale centinaia di documenti sulla storia locale.
La Divisione San Marco: cenni storici
Il 16 ottobre 1943 la radio trasmette il comunicato di chiamata alle armi delle classi 1923-1924-1925. Nasce così il 'nuovo esercito italiano' e le sue 4 Divisioni (Italia, Littorio, San Marco e Monte Rosa)affrontano un durissimo addestramento nei campi tedeschi.
Intanto gli Alleati sbarcano in Normandia ed i cieli della Germania sono solcati dai bombardieri anglo-americani. Dai super-addestrati soldati delle 4 Divisioni, si attende il riscatto nazionale contro la spinta degli Alleati sul fronte Sud.
Nel luglio del 1944 la III Divisione di Fanteria di Marina San Marco lascia i campi di addestramento di Grafenwohr con circa quindicimila uomini, fra i quali ci sono: reclute, richiamati, Camice Nere fuggite dalla Grecia l'8 settembre, volontari provenienti dalla Decima Mas del principe Borghese.
Comanda la Divisione il generale di Brigata Aldo Princivalle che, per essersi messo in urto con alcuni generali tedeschi, viene sostituito dopo pochi giorni dal generale di Brigata Amilcare Farina, bolognese di 54 anni, già distintosi nella Guerra civile Spagnola.
'Papà Farina', come viene chiamato dai suoi soldati, ha la passione della scrittura e lascia numerose, interessanti testimonianze, che raccontano le peripezie del viaggio e l'arrivo nei luoghi di destinazione: non il fronte Sud, ma la Riviera Ligure di Ponente ed alcune zone dell'Acquese. I 'marò' che non trovano l'attesa accoglienza calorosa, ma manifestazioni di ostilità ovunque, vengono impegnati in azioni di rastrellamento e di guerriglia, utilizzate dai tedeschi per coprirsi le spalle.
In un clima di generale disorganizzazione, si moltiplicano le diserzioni di soldati che ritornano alle loro case o si uniscono alle file dei partigiani, con conseguenti rappresaglie verso le famiglie e la popolazione.
Il Comando Generale della Divisione San Marco è insediato ad Altare, precisamente nella villa Bordoni: il paese e tutto il territorio valbormidese, vivono le drammatiche vicende del momento, che sono ancora impresse nella memoria di molte persone.
Subito dopo il 25 aprile del 1945, la Divisione si mette in marcia per raggiungere, se pur decimata, Alessandria e Valenza e, nella notte fra il 28 ed il 29, il generale Farina lancia il suo ultimo ordine del giorno, con cui dichiara la resa della San Marco.
La Madonnina del Burot veglia sui caduti
Dall'altare del cimitero delle croci bianche, conservata in una teca protetta da una lastra di vetro, la Madonnina del Burot veglia sulle salme dei caduti. L'autore dell'opera era un militare di Padova, Nevio Michelon, che durante la guerra prestava servizio nella Divisione San Marco: possedeva ottime qualità di intagliatore del legno e conobbe, casualmente, Domenico Sarno, ufficiale medico presso l'ospedale militare ospitato nelle scuole elementari di Altare. Si stava costruendo il cimitero di guerra e Sarno commissionò al giovane una statua della Madonna da collocare sull'altare. Con la collaborazione dell'ingegner Maggi, che mise a disposizione materiale ed attrezzature, e dedicandosi al lavoro a tempo pieno per volontà di Sarno, il militare Michelon realizzò la bella Madonnina, che venne denominata 'del Burot', dal nome del monte che sovrasta il paese di Altare.